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Distributori beverage, categoria di valore

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Distributori Beverage, una categoria di operatori di fondamentale importanza per il settore dei consumi fuori casa, i distributori specializzati nel beverage Horeca. Fra piccole, grandi e grandissime aziende attualmente in Italia si contano all’incirca 1700 aziende, con una maggiore incidenza che riscontriamo nell’area Nielsen 4.

Un ruolo decisivo a sostegno della categoria dei distributori italiani lo svolgono le compagini consortili ce ne sono diverse in Italia e il nostro focus oggi è rivolto al consorzio fra distributori di bevande con il più alti anni di servizio, stiamo parlando del consorzio San Geminiano che proprio quest’anno compie mezzo secolo di vita, San Geminiano è stata a tutti gli effetti il primo consorzio italiano fra distributori beverage. 50 anni di attività consortili al servizio dei distributori di bevande e del mercato Horeca.

In questa puntata ospitiamo il presidente di San Geminiano Stefano Betti al quale abbiamo chiesto:

Quali sono stati i driver, le stelle comete che hanno orientato e guidato il percorso di San Geminiano in questi primi 50 anni?
«Quali sono le stelle comete che ci hanno guidato in questi cinquant’anni? Innanzitutto, cinquant’anni sono un traguardo importante e per noi non rappresentano soltanto un numero, ma sono un viaggio lungo mezzo secolo in cui abbiamo costruito passo dopo passo un’identità forte, coerente e condivisa. Se dovessi indicare quali sono le nostre stelle comete, cioè i principi che ci hanno guidato lungo il cammino, direi innanzitutto la mutualità, il valore del fare insieme, dell’affrontare il mercato con strumenti comuni ed obiettivi condivisi. Il nostro gruppo è nato per offrire supporto reale ai grossisti del beverage quindi non solo convenienza ma anche visione, servizi, rappresentanza. Un altro elemento guida è stata la fiducia nella autonomia del socio: ogni impresa ha la sua storia, ha il suo territorio, ha il suo stile… noi non abbiamo mai voluto omologare, ma al contrario, abbiamo voluto valorizzare le differenze dei nostri soci all’interno di un progetto comune, forse il tratto più distintivo che ci ha reso davvero diversi rispetto ad altri gruppi è stato l’aver creduto fin da subito nei prodotti a marchio: siamo stati pionieri nel settore Horeca quando molti puntavano solo sul prezzo o sulle grandi marche noi abbiamo investito in linee di birre, vini, bibite, succhi, liquori e prodotti complementari con una identità nostra esclusiva pensata per dare al socio un vantaggio competitivo distintivo. Oggi quei prodotti sono il cuore del nostro assortimento e rappresenta una leva fondamentale per differenziarci nel mercato. Il nostro assortimento marchio non è solo una gamma è un progetto industriale, commerciale e culturale. Ecco, quindi, se dovessi riassumere: fare insieme, rispettare le individualità, costruire un valore distintivo. Queste sono le stelle che ci hanno guidati e che oggi vogliamo trasmettere anche alle nuove generazioni del nostro gruppo».

Fare insieme nel rispetto reciproco per costruire un valore distintivo, questa è la storia di San Geminiano che ora guarda al futuro e, guardando al futuro, abbiamo chiesto a Stefano Betti quali sono le nuove sfide che avete dinanzi, come affrontarle?
«Le sfide che abbiamo difronte sono tante, ma sono chiare. Prima fra tutte saper leggere il cambiamento e non subirlo. L’Ho.Re.Ca. sta cambiando, i clienti si muovono in modo diverso, il digitale ha trasformato i tempi e i canali della relazione commerciale. La sostenibilità non è più un valore accessorio, ma una richiesta concreta da parte del mercato. La prima grande sfida quindi è culturale: dobbiamo allinearci tutti: noi come consorzio – i soci, le reti vendite – a pensare ed agire in modo più flessibile, più analitico, più lungimirante. Un’altra sfida centrale è l’adozione dell’Intelligenza Artificiale e della gestione avanzata dei dati: San Geminiano ha già avviato un importante progetto su questo fronte con la piattaforma data warehouse e i primi corsi di formazione per preparare le aziende a questa transizione. L’IA non sostituirà le persone ma le affiancherà, chi saprà usarla per ottimizzare assortimenti, leggere i consumi, gestire meglio il pricing avrà un vantaggio competitivo reale. Poi c’è la sostenibilità che per noi ha due dimensioni: una di contenuto – cioè selezionare produttori virtuosi, ridurre l’impatto logistico, investire in packaging e filiere pulite – e una di comunicazione, dobbiamo far capire ai clienti, ai buyer, ai consumatori che il nostro modello distributivo non è solo efficiente ma è anche responsabile. E, infine, c’è una sfida di sistema: tenere insieme visione strategica e operatività quotidiana: il nostro consorzio oggi deve essere più di una centrale di acquisti, deve diventare un abilitatore di competenze, un generatore di progetti, un punto di riferimento manageriale per ogni socio anche per i più piccoli, per farlo serve un gruppo coeso, aperto che sa imparare da chi fa meglio anche da fuori settore. Il nostro percorso meet the gigants ad esempio va proprio in questa direzione: ispirarsi a chi ha saputo trasformare la propria organizzazione con idee forti e buone pratiche. Quindi per riassumere: intelligenza, sostenibilità, comunità tre parole per affrontare il futuro non solo con gli strumenti giusti ma anche con lo spirito giusto».

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