Tutto pronto a Milano per HOST, con oltre 1.900 aziende espositrici e un pubblico di 180mila visitatori. Vernissage domani fino al 21 ottobre per ridisegnare le coordinate di fuoricasa e accoglienza. Un meeting quanto mai atteso, con 5 macro-aree di interesse, e l’ambizione di rimettere in moto un settore che ha esaurito l’effetto di rimbalzo post-Covid.
Come dimostrato anche dall’ultimo Rapporto Coop o dal Foodservice Market Monitor di Deloitte, la voglia di uscire c’è, sempre alla ricerca di un’esperienza a tutto tondo, ma i comportamenti d’acquisto tendono alla forte cautela. Abitudini che impattano sulle strategie dei player della filiera, dal singolo cuoco ai produttori agroalimentari passando per i fornitori di arredo, equipment, refrigerazione, stoviglie.
Numeri alla mano, nonostante un contesto internazionale complesso, nel primo semestre 2025 l’export mondiale dei settori rappresentati in fiera è cresciuto del +2,9% (fonte Export Planning). La performance più significativa è quella dei macchinari per gelato e refrigerazione (+8,6%), seguita dalle macchine da caffè (+2,5%), mentre la ristorazione professionale cresce dell’1% e i macchinari per panificazione e pasticceria segnano un +0,3%. Anche i singoli settori restituiscono un quadro dinamico.
Alcuni comparti presenti ad HOST:
La panificazione ha generato in Italia un fatturato di circa 13 miliardi di euro, con consumi previsti in crescita dell’1,6% nonostante un trend di lungo periodo leggermente calante.
Il comparto del gelato si è confermato anche quest’estate un’eccellenza riconosciuta a livello globale con oltre 4,5 miliardi di euro complessivi di fatturato lungo la filiera e più di 600 milioni di porzioni di gelato artigianale vendute nell’ultimo anno.
Il caffè rimane un altro caposaldo: con oltre 556.500 tonnellate di caffè torrefatto, pari al 25% della produzione Ue, l’Italia è il principale player del Vecchio Continente.
Infine, la ristorazione: 59 miliardi di valore aggiunto generato nel 2024, con circa 20 miliardi all’anno investiti, tramite acquisti, sulle filiere produttive (per un indotto complessivo di 55,5 miliardi di euro).
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